Dopo una lunga carriera ed esperienza, da quest’anno è docente per l’Alta Scuola di Pelletteria
La pelletteria entra nella vita di Tiziano Volpi a quattordici anni. Oggi, che di anni ne ha 62, questo mondo continua a fare parte della sua quotidianità, essendo diventato anche docente all’Alta Scuola di Pelletteria Italiana.
Come mai ha scelto questo lavoro?
«Sono stato l’unico della famiglia a operare in questo ambito. Tutto è successo per caso e mi sono subito appassionato a questa strada».
Come ha iniziato a lavorare come pellettiere?
«Ho iniziato come apprendista per un grande maestro che aveva un laboratorio artigianale a Scandicci, Fulvio Bilancieri. Nello specifico, era un maestro coccodrillaio e per cinque anni mi ha insegnato a lavorare con pellami di pregio. Subito dopo sono passato a una grossa griffe. Ma ho sempre avuto velleità imprenditoriali e così ho aperto a Scandicci “GIVOGI” insieme ad altri soci con cui ci occupavamo un po’ di tutto, dalla modelleria fino alla consegna finita di piccola pelletteria. A seguire, ho fatto fino all’inizio degli anni ‘90 il modellista alla Mandarina Duck, collaborando con noti designer. Un giorno, dopo aver letto un annuncio su “La Nazione” di un’azienda tedesca, “Aigner”, che cercava un designer di piccola pelletteria mi sono imbarcato in quest’altra nuova avventura. Nel 2000 sono tornato a fare il modellista da “Celine” e, fino al 2015, mi sono occupato di sviluppo prodotto e collezioni per due marchi noti, Hugo Boss e Calvin Klein».

Da quanto è docente per l’Alta Scuola?
«Da quest’anno. Insegno modelleria, come realizzare il cartamodello, utile per creare il prototipo e poi la borsa».
Cosa spiega ai suoi allievi?
«L’importanza del cartamodello come quella di un manuale: deve essere chiaro e preciso, in modo che chi lo utilizza deve capire senza difficoltà cosa fare per realizzare il prototipo. Inoltre, spiego le quattro lavorazioni principali della pelletteria (ognuna con quattro metodi diversi per realizzare i cartamodelli): fianco a T, fianco a dente, lavorazione cucita e rovesciata, lavorazione su forma».
Cosa cambierebbe del passato con oggi?
«La possibilità di velocizzare lo sviluppo del cartamodello con sistemi Cad e degli accessori in tridimensione. In questo senso, l’Alta Scuola di Pelletteria Italiana offre la possibilità di seguire corsi per rimanere sempre aggiornati. Il Cad è ormai uno strumento presente nelle aziende e il suo utilizzo è all’ordine del giorno. In particolare, conoscere il Cad 2D è un passaggio obbligato per approcciarsi con quello 3D, che sta prendendo campo nel settore».
Cosa serve per fare questo lavoro?
«Curiosità e passione di imparare sempre cose nuove. Io l’ho fatto a 360 gradi e credo che questo sia il segreto per essere vincente in tutti i settori, non solo in quello artigianale».
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