La testimonianza del docente di “banco” all’Alta Scuola di Pelletteria Italiana
«Per diventare pellettiere servono testa, mani e cuore. Senza uno di questi componenti non si può diventare pellettiere». Ne è convinto Franco Orsini, 75 anni alle spalle, fiorentino e con un bagaglio ancora molto carico di segreti del mestiere da trasmettere alle nuove generazioni. Franco dal 2013 è docente di “banco” all’Alta Scuola di Pelletteria Italiana.
«Insegno ai corsisti in quale modo la pelle va preparata – spiega -, tagliata a mano oppure a trancia con le fustelle, portata dunque allo spessore desiderato con “spaccapelle” (macchinario che divide lo spessore della pelle con una lama). Questo perché ogni pezzo della borsa ha bisogno di un dato spessore di pelle. Per quanto riguarda i bordi, invece, – prosegue – la pelle va smussata con la scarnitrice. Tra i vari passaggi del lavoro di banco, rientra quello della preparazione delle varie componenti che necessitano anche di essere accoppiate fra loro con dei processi d’incollaggio che prevedono soluzioni a caldo “termo adesivi” o con soluzioni a lattici e acqua.

Franco Orsini ha 59 anni di esperienza nel mondo della pelletteria. «Ho lavorato per la prima volta in una pelletteria nel ’62 e da allora non ho mai più lasciato questo settore – racconta -. Sono stato fino all’81 dipendente, poi ho aperto una pelletteria con 15 dipendenti, non ho mai fatto produzioni in contoterzi, lavorando solo articoli a mio marchio. È stato in quegli anni che ho iniziato a insegnare questo mestiere, trasmettendone i segreti ai miei dipendenti».
Franco dal ’93 al 2003 è stato anche presidente dei Pellettieri per Confartigianato Firenze.
«Grazie a questa carica, fui invitato in Giappone per tenere un corso di pelletteria della durata di un mese. Insegnai il mestiere a 84 partecipanti (giovani e non solo) che volevano imparare a fare borse in pelle. È stato in questa occasione – dice – che ho avuto un primo approccio con un insegnamento più strutturato».
Il metodo di insegnamento di Franco è il più antico: spiegare come usare le mani. «Riesco sempre a far innamorare i miei studenti di questo lavoro – racconta -. Uno dei trucchi a cui ricorro per dar loro uno stimolo nuovo, di solito a inizio corso, è chiedergli di provare a realizzare un articolo piccolo, come un porta carte di credito, perché è la cosa più semplice da creare e riuscirci fa sentire gratificate le persone che hanno appena iniziato questa avventura. Sicuramente 300 delle persone che in questi anni hanno frequentato i miei corsi oggi sono pellettieri. Mi piace insegnare agli altri come ci si innamora di questo lavoro – conclude – e continuerò a farlo finché potrò».